Il Bioespanso si ottiene con il PLA, ovvero acido polilattico, un polimero proveniente da fonti rinnovabili (destrosio), ad impatto zero rispetto all’emissione di CO2. Solitamente viene utilizzata la canna da zucchero per la produzione del destrosio, ma potenzialmente può derivare anche da mais, barbabietola, grano e altre piante ricche di zucchero.
A conferma della sostenibilità del Bioespanso, il PLA rappresenta una valida alternativa ai polimeri tradizionali derivati dal petrolio, nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e della riduzione del gas ad effetto serra.
I tempi di biodegradazione possono variare in relazione alle condizioni ambientali.
Nei normali compostatori industriali i contenitori in Bioespanso si degradano in sole 6-8 settimane, in quelli domestici in 10-12 settimane.
I tempi sono notevolmente inferiori allo smaltimento di una normale plastica che invece impiega ben 100 anni.